La Riforma

IL 31 OTTOBRE 1517 ha segnato una svolta di monumentale importanza nella storia. Quel giorno Martin Lutero, un monaco agostiniano tedesco, affisse 95 tesi (affermazioni) alla porta della chiesa di Wittenberg, in Germania. Erano denunce contro gli abusi teologici della Chiesa cattolica romana e rappresentavano un invito a una discussione pubblica, a un dibattito su cosa fosse veramente il Vangelo. Lutero non immaginava che le sue tesi sarebbero state prese dai suoi studenti, fatte stampare e distribuite in Germania e in tutta Europa. Ebbe così inizio quella che è conosciuta come la “Riforma protestante”, una protesta contro la Chiesa romana che aveva letteralmente stravolto il messaggio del Vangelo.

In effetti, più che di una riforma si trattò di una rivoluzione, soprattutto dal punto di vista religioso e teologico. La Riforma ebbe potenti effetti su ogni aspetto della vita dell’epoca: sociale, politico, economico ed educativo. Segnò un ritorno alla Sacra Scrittura e alla predicazione della Parola di Dio. Fu un recupero dell’immagine corretta di Dio e un ristabilimento del Vangelo di Cristo dopo mille anni di tenebre che avevano avvolto la chiesa. In tutta Europa la Bibbia divenne improvvisamente l’argomento del giorno; le eterne verità dottrinali divennero la materia su cui si concentrarono le grandi menti dell’epoca in Europa continentale e in Scozia e Inghilterra. Si passò dal Medioevo – detto anche “il periodo buio della storia umana” a causa del potere assoluto esercitato dalla Chiesa romana – a una riscoperta del Vangelo che portò alla traduzione della Bibbia in diverse lingue, alla diffusione delle scuole cristiane, alla nascita di missioni, commentari biblici, seminari teologici e di case editrici cristiane e catechismi. Con la Riforma, fu anche ristabilito il canto di tutta la congregazione nel culto. Molti furono portati a una conoscenza personale di Gesù Cristo e del Vangelo.

Anche se la Riforma nacque in primo luogo come reazione agli abusi del cattolicesimo romano, furono due gli obiettivi principali che spinsero Lutero a iniziare la riforma in Germania:

1)    Ristabilire l’autorità e la sufficienza delle Scritture.
2)    Ristabilire la dottrina centrale del cristianesimo: la giustificazione per sola fede.

Ristabilire l’autorità e la sufficienza delle scritture

La Chiesa romana aveva aggiunto al canone delle Scritture alcuni libri non ispirati (non aventi origine divina) e affiancato ad esse un’enorme quantità di tradizioni e leggende. Ma, soprattutto, aveva tenuto il popolo all’oscuro delle Scritture di cui esisteva solo la versione in latino (anche la messa fu celebrata in latino dal III secolo d.C. fino al 1969!).

All’epoca di Lutero, l’autorità della chiesa risiedeva unicamente nel papa che aveva il potere esclusivo di interpretare le Scritture, d’incorporare nella fede tradizioni e d’interpretare gli scritti dei Padri della chiesa e dei concili. Secondo la dottrina romana, possedeva “le chiavi del regno di Dio” per decretare chi ne facesse parte e chi no. Inoltre formulava nuove dottrine, definiva che cos’era e cosa non era peccato e ne concedeva il perdono mediante indulgenze e il pagamento di un prezzo.

Lutero e i riformatori ebbero il coraggio di affrontare questo dominio, fino ad allora incontrastato, della Chiesa cattolica, il cui motto era: Solo papa, sola chiesa! coniando un altro motto: Sola Scrittura! Perché lo fecero? Perché erano convinti che la Scrittura fosse la parola di Dio in ogni sua minima parte, fino alle singole parole, e che per questo motivo la Scrittura stessa costituiva l’unica autorità nella chiesa e sopra la chiesa. Fu così che “Sola Scrittura” divenne il principio fondamentale, detto anche “formale”, della Riforma, perché era quello che dava la forma e il contenuto a tutto il credo e la prassi nella chiesa. Lutero aveva compreso che Cristo, e non il papa, è il Capo della chiesa e che Lui la cura ed esercita la sua autorità e guida verso di lei per mezzo della sua Parola. Non attenersi all’autorità della Parola, quindi, significava non attenersi all’autorità di Cristo.

Nell’aprile del 1521, durante la Dieta di Worms, dove Lutero fu convocato davanti all’imperatore Carlo V d’Asburgo per abiurare e ritrattare le sue tesi, egli pronunziò le sue parole più famose: “A meno che io non venga convinto dalle Scritture e dalla ragione, – infatti non accetto l’autorità del papa e dei concili perché essi si sono spesso contraddetti a vicenda – la mia coscienza è prigioniera della Parola di Dio. Io non posso né voglio revocare alcunché, poiché andare contro la propria coscienza non è né giusto né sicuro. Che Dio mi aiuti!”

Ristabilire la dottrina centrale del cristianesimo: La giustificazione per sola fede

Guardando alle Scritture in quest’ottica di assoluta autorevolezza, Lutero scoprì la dottrina centrale della fede cristiana riguardo alla salvezza: la giustificazione del peccatore per sola fede. I riformatori compresero che la giustificazione nel Nuovo Testamento è un atto forense di Dio il quale dichiara giusto il peccatore che si ravvede e pone la sua fede in Gesù Cristo per essere salvato. In questo modo, il peccatore credente, è dichiarato all’istante giusto da Dio.

Lutero riteneva che da questa dottrina di massima importanza dipende se una chiesa resta in piedi o crolla. Egli affermava: “Se questo credo sulla giustificazione viene perso, viene persa tutta la dottrina cristiana” e “Questa dottrina è la testa e la pietra angolare: essa, da sola, dà vita, nutre, edifica, preserva e difende la chiesa di Dio. Senza di essa la chiesa di Dio non può esistere neanche per un’ora” (tratto da What Luther Says di Ewald Plass. Vedi anche Althaus, The Theology of Martin Luther, 225).

I riformatori, studiando la Scrittura, affermarono che la salvezza arriva al peccatore esclusivamente per mezzo della fede (Romani 3:21-24). Il loro fu un ripudio netto del concetto delle buone opere come mezzo per raccomandare se stessi a Dio; un rifiuto di ogni sforzo umano per cercare di essere approvati da Dio. Infatti, non c’è alcuna opera giusta che l’uomo possa offrire a Dio, tantomeno l’uomo può raggiungere da solo lo standard di giustizia che Dio richiede da lui. Qualunque sforzo, rituale, cerimonia o opera da parte dell’uomo è inutile per ottenere la salvezza. La giustizia di Dio è donata al peccatore per grazia solo quando questi esausto, stanco e affranto per i suoi peccati, li riconosce e se ne pente.

Nel 2017 la Riforma protestante compirà 500 anni. Ancora oggi, Dio continua a convincere uomini e donne del loro bisogno di Cristo. E continua ad usare lo stesso strumento, la sua Parola, la Sacra Bibbia, con la stessa finalità di portare il peccatore a riconoscere la sua incapacità di salvarsi da solo. Sola Scrittura. Solo Cristo. Sola fede. Tutto questo è per sola grazia e allo scopo di dare tutto il merito a Dio. Soli Deo gloria!