l video della canzone Greater Love, girato tra Israele e Torino, con cui ho rappresentato Israele alla prima edizione dell’ Euro Christian Music Festivalinsieme a Nitsan Golan

Puoi anche ascoltarlo su Spotify HERE.

E’ notte, la giornata è stata pesante, la mente cerca Dio e per un attimo vola nell’ ennesimo sogno, indomabile speranza di pienezza e di realizzazione, giusto slancio del desiderio verso qualcosa di più elevato, ma, ammettiamolo pure, anche per cercare di evadere e rendere più sopportabile la realtà.
Ma è solo il mio sogno, che non sempre è uguale al sogno di Dio su di me e non mi renderebbe neppure felice. La mia felicità infatti, Dio stesso, è proprio già qui, e non c’è bisogno di cercarlo nel futuro o in un altro luogo.

Don Divo Barsotti, uno dei grandi mistici del XX secolo, diceva: “Non c’è un luogo più santo del luogo nel quale tu sei, non vi è un’ora più santa di quella che vivi, in quel luogo, in quell’ora per te si fa presente l’unico, Dio”. E’ proprio vero, noi troviamo la nostra massima felicità in un presente carico della presenza divina, che è sempre a nostra disposizione e vivifica anche le nostre relazioni con gli altri. Il sogno tuttavia, con il suo proiettarsi in avanti, conserva un ruolo importante. Ci suggerisce nuove mete e traguardi, orizzonti lontani ma pur sempre alla nostra portata, ci dona uno slancio che ci impedisce di perdere la speranza in momenti difficili dove non intravediamo la luce.
I nostri sogni a volte sono futili, a volte più alti. Se il cristiano è cresciuto nella fede e nel discernimento, il suo sogno ormai si avvicina al sogno di Dio su di Lui.

Dio ha per noi desideri che superano i nostri, il suo sogno su di noi è qualcosa di ancora più bello di ciò a cui noi possiamo giungere con le nostre sole forze o la nostra immaginazione.

Il sogno di Dio su di noi non è qualcosa di irraggiungibile o che ci viene imposto dall’esterno, per comprenderlo dobbiamo partire dal nostro stesso sogno, ma lasciandolo plasmare e trasformare da lui, in un dialogo dove Lui è presente in quello che stiamo facendo e interviene per aprirci orizzonti nuovi.


L’effetto anestetico del mio sogno, ancora lontano da essere all’unisono con quello di Dio, svanisce troppo presto.
Decido però di smuovermi dalla mia proverbiale inazione e mando l’articolo che ho scritto sul Festival della Canzone Cristiana di Sanremoalla mail del loro sito web, sperando possa interessare.

At the Gospel House, Euro Christian Music Festival 2022
Euro Christian Music Festival 2022

Pochi giorni dopo, inatteso squilla il telefono. E’ Fabrizio Venturi, il direttore artistico del Festival di Sanremo della Canzone Cristiana che si presenta molto cordialmente e mi dice che sta organizzando l’Euro Christian Music Festival, a Torino, in contemporanea all’Eurovision Song Contest. Mipropone di rappresentare Israele, meglio ancora se in coppia con un cantante di nazionalità israeliana, visto che sono italiano, residente in Israele da 13 anni, ma senza esserne cittadino.

Fabrizio Venturi & Nothingless

Fabrizio mi ha insegnato la fiducia in Dio e negli altri, solo confidando in Dio e grazie alla collaborazione degli altri possiamo realizzare progetti che all’apparenza superano le nostre forze. Senza Fabrizio l’Eurochristianmusicfestival non avrebbe neppure visto la luce e dobbiamo riconoscergli il merito di questa intuizione e di averla portata avanti con coraggio e determinazione.

Mi siedo davanti al tabernacolo e, quasi di getto, scrivo “Greater Love”, la canzone che porterò al festival, in ebraico e inglese. Sacrifico la musicalità dei versi per tenere a tutti i costi le parole di Gesù nell’ordine esatto in cui sono riportate nei manoscritti più antichi dei Vangeli, senza alcun cambiamento o aggiunta da parte mia.

GREATER LOVE– אהבה גדולה
written by Filippo Rossi (Nothingless)

.כְּשֵׁם שֶׁהָאָב אוֹהֵב אוֹתִי כֵּן גַּם אנִי אוֹהֵב אֶתְכֶם
As the Father has loved me, I have also loved you;
עִמְדוּ בְּאַהֲבָתִי
Remain in my love.
.אֵין אַהֲבָה גְּדוֹלָה -מֵאַהֲבָתוֹ שֶׁל הנּוֹתֵן– אֶת נַפְשׁוֹ- בְּעַד יְדִידָיו
Greater love has no one than this: that someone lay down his life for his friends.
אֶהֱבוּ זֶה אֶת זֶה כְּמוֹ שֶׁאֲנִי אָהַבְתִּי אֶתְכֶם
Love one another as I have loved you.
If you remain in My Word, you will be truly my disciples and you will know the truth
. אִם תַּעַמְדוּ בּדְבָרִי, תַּלְמִידַי אַתֶּם בֶּאֱמֶת; וְתֵדְעוּ אֶת הָאֱמֶת
and the truth will set you free
וְהָאֱמֶת תּשַׁחְרֵר אֶתְכֶם
.אֵין אַהֲבָה גְּדוֹלָה -מֵאַהֲבָתוֹ שֶׁל הנּוֹתֵן– אֶת נַפְשׁוֹ- בְּעַד יְדִידָיו
Greater love has no one than this: that someone lay down his life for his friends.
אֶהֱבוּ זֶה אֶת זֶה כְּמוֹ שֶׁאֲנִי אָהַבְתִּי אֶתְכֶם
Love one another as I have loved you.
I am with you always (till the world’s end)
אִתְּכֶם אֲנִי כָּל הַיָּמִים
עַד קץ הָעוֹלָם
.אֵין אַהֲבָה גְּדוֹלָה מֵאַהֲבָתוֹ שֶׁל הנּוֹתֵן אֶת נַפְשׁוֹ- בְּעַד יְדִידָיו
Greater love has no one than this: that someone lay down his life for his friends.
אֶהֱבוּ זֶה אֶת זֶה כְּמוֹ שֶׁאֲנִי אָהַבְתִּי אֶתְכֶם
Love one another as I have loved you.

“Nessuno ha un amore più grande di questo, dare la vita per i propri amici, amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi” è il ritornello del brano, ripetuto prima in ebraico e poi in inglese, frase compendio di tutto il Vangelo. Il pezzo è armonicamente complesso, con tre cambi di tonalità e alcune note difficili da prendere. Scelta sconsiderata per uno come me, che non ha mai cantato in pubblico in vita sua. Il palcoscenico della Gospel House, chiesa evangelica di Torino, sarà il luogo del mio debutto assoluto come cantante in un evento live.

Trovare la cantante israeliana che accettasse di duettare con me non è stato semplice. Bisognava vincere resistenze e barriere e quell’ atavica diffidenza che gli Ebrei (a ragione, viste le tragiche persecuzioni di cui sono stati vittime nel corso della storia) hanno verso i Cristiani. Nitsan Golan mi scrisse proprio all’ultimo istante utile per iscriversi al Festival, ha gettato il cuore oltre l’ostacolo, accettando di venire con me a Torino a cantare ad un festival cristiano, lei ebrea credente. Nitsan, oltre ad essere portatrice di doti vocali non comuni e di una grande professionalità, mi ha insegnato l’entusiasmo, a dire di si agli altri ed alle opportunità che la vita ci offre, senza farci imprigionare dai nostri schemi mentali o da fondamentalismi che finiscono per limitarci e non avvicinarci né a Dio né agli altri.

The Gospel House in Turin and our perfprmance at the Festival
The Gospel House in Turin and our performance at the Festival

Atterro a Torino e mi dirigo subito all’appartamento che ho affittato ad una trentina di km dalla città. Vorrei essere per le 9 al luogo del Festival, ma il navigatore di Google mi porta a giro per le campagne torinesi per un’ora e mezza…infine riesco ad arrivare alla Gospel House. Sono loro gli altri ideatori di questo Festival, hanno tutti lavorato gratuitamente e con grande sacrificio per realizzarlo, Gionathan de Stradis, sua moglie Simona, Piero Maniscalchi, famoso ingegnere del suono, i musicisti della Band, i coristi e tutte le persone al lavoro mi hanno ricordato il valore del servizio gratuito per gli altri. Sono tutti cortesi e gentili alla Gospel House e ricorderò con riconoscenza l’atmosfera positiva che si respirava.

Incontro il Pastore di questa chiesa evangelica, Franco Drago, che in diverse occasioni mi mostrerà affetto e incoraggiamento, e ci mettiamo a parlare di Maria – punto dolente del dialogo ecumenico con noi cattolici. Eppure mi pare che anche questa distanza sia più nei nostri reciproci orgogli e nell’incapacità di ascoltarci seriamente che in qualcosa di sostanziale che veramente ci divide. “Ciò che ci unisce è molto di più di ciò che ci divide” non è solo una frase retorica: è la realtà e sta a noi trarne tutte le conseguenze.

Appena arrivo Fabrizio Venturi sta provando sul palco “Caro Padre”, il suo più noto successo, e comincio a chiedermi se sarò capace di salire su quel palco.
La mattina seguente corro all’aereoporto e incontro per la prima volta Nitsan Golan, che deve duettare con me. Facciamo una rapida prova insieme prima di andare al sound check che precede la semifinale: e grazie a Dio c’è lei che mi insegna un po’ di trucchi del mestiere.

Radio Interview at the Festival

Conosco gli altri concorrenti. Rivelino olandese in arte Blackrockstar si dimostra subito molto affabile e la sua “You Give me reason”, veramente mi colpisce: Dio è la ragione del nostro esistere, il suo ostinato cercarci anche quando ci allontaniamo da lui a causa delle tentazione di cui è costellata la vita, ci dà la spinta per perseverare.

Conosco anche lo svedese Daali with his “When the stars begin to fall”... mi colpiscela sua performance e il bellissimo testo, è come essere ad un concerto di una vera rock star, ma quando parliamo ho davanti una persona che non vuole impressionare o sembrare qualcuno, è semplicemente se stesso- rara virtù.

Ugualmente affabile è Meissa, calabrese, che rappresenta l’Italia insieme a Shoek, all’apparenza duro rapper che si rivela però il più buono e alla mano di tutti dopo qualche attimo di conversazione. La loro “Mi arrendo ti arrendi”, è una canzone impegnata, dal messaggio profondo che non può esservi pace se non accettiamo la resa.

Ecco il Sudafrica con Saul City, sono una coppia di giovani sposati, saranno i vincitori del Festival. C’è qualcosa di mistico nelle loro persone, frutto della loro unione vicendevole vissuta nel Signore, che finisce per trasudare nella loro musica, bella e non commerciale. “Silence”, interpretata magistralmente, è una descrizione del cammino della preghiera vissuta nel silenzio, che diventa il luogo della certezza che Dio è sempre al nostro fianco.

From left, Nitsan, with at the center Saul City, the winners of the Festival

Ci incoraggiamo a vicenda con Adele Zappia, la co-presentatrice del Festival, siamo entrambi al debutto. E mentre parliamo arriva anche Melissa Lischer, concorrente svizzera che porta la bella “Always After You”messaggio di profonda gratitudine verso Dio che non può essere totalmente espressa a parole.
Sono un po’ in confusione – lo confesso- accanto a queste due donne, che paiono uscite da una rivista di moda, ma vengo rassicurato da una benedizione. Melissa da buona evangelica- noi cattolici siamo abituati a lasciar fare tutto al sacerdote- si mette a benedire noi, chiedendo aiuto a Dio per il buon esito del Festival. Anche noi a nostra volta ci benediciamo a vicenda e procediamo contenti e rafforzati spiritualmente verso il palco del debutto.

Il simpaticissimo Don Alfred Imonda porta una canzone nella sua lingua congolese “Uniti si può”, canzone scritta originariamente in Italiano dai cantautori fiorentini Fabrizio Venturi – Fulvio Vasarri – Marco Iardella per le vittime del terremoto di Amatrice ma anche per ispirare tutti coloro che devono ricostruire a partire dalle macerie di qualcosa che è stato distrutto:  “Uniti si può andare avanti, basta un gesto anche piccolo che sia, un aiuto arriverà da chiunque e non saprai il colore della pelle o del suo Dio” (https://www.eurochristianmusicfestival.com/diretta-tv/ ).. il brano meritatamente vincerà il premio per il miglior testo assegnato dalla sala stampa, di Biagio Maimone.

Mikaela Sabrina è argentina e riesce a comunicare quel calore umano e quella vitalità che i latinoamericani hanno scritti nel cuore, la sua canzone “Poesia” è un profondo messaggio che racconta la conversione di suo padre: Dio scrive una meravigliosa poesia nel cuore di ogni uomo che si converte, salvandolo dal suo passato. Quando canta è appassionata e si vede che il suo testo la emoziona.

Il cantante delle Mauritius Brian Minor canta benissimo, ha una voce convincente e non è un caso se vince due premi con una canzone accattivante “The Crack”.

Johnatan de Stradis presenta fuori concorso un suo pezzo “Tu mi hai amato per primo” molto trascinante, e devo ammettere che e sono tornato a riascoltatlo su Spotify aggiungendolo ai miei preferiti.

With Piero Maniscalchi, sound engineer of the Gospel House and of many Italian top artists

Karen Marra si esibisce sul palco e canta come una super cantante, la sua performance vocale è impressionante- non è un caso se nel suo periodo londinese era stata scelta come vocalist delle Spice Girls. inoltre ci porta molto cordialmente a visitare Torino.La stella della musica cristiana internazionale presente al Festival è Noel Robinson. E’ una persona alla mano e la sua esecuzione sul palco rivela una lunga carriera artistica, che ha portato l’esecuzione tecnica e le doti di worship-leader, animatore liturgico diremmo noi cattolici, alla perfezione.
Josephine Belle è una donna libera, perché ha incontrato Gesù. Abbiamo un profondo scambio spirituale e credo di avere trovato una vera amica. Rappresenta l’inghilterra e canta convinta “Free” she sings convinced. Voglio essere libera, nel senso spirituale del termine, muovendosi con spigliatezza sul palco, il suo pezzo musicalmente ci porta nello stile House delle produzioni londinesi.

Visiting Turin with my new friends Josephine, Karen and Nitsan

Frà Vinicius è brasiliano e comunica quella gioia, un approccio positivo e festoso che sembra scritta nei geni di questo popolo, la sua “Vale a Pena” già vincitrice del Festival della Canzone Cristiana di Sanremo, cantata in portoghese è ancora più bella…vale la pena vivere, seguire Cristo è l’unica certezza.

A Gesù Cristo che è stato sempre con noi e ha ispirato le nostre azioni va il premio più bello e la gloria di questo Festival.

Riapro gli occhi e tutto è stato così bello che mi sembra un sogno. Questo sogno però non svanisce, il suo effetto benefico dura nel tempo, la presenza di Dio e l’amore che ho ricevuto dagli altri mi riempiono il cuore. L’Euro Christian Music Festival, questo sogno che non avrei neppure immaginato ed è già divenuto realtà, ha tutta l’aria di avvicinarsi al sogno più bello, quello di Dio..

Tratto dal link: https://www.nothingless.net/eurochristianmusicfestival-it/