Prima pensavo a quanto doveva essere frustrante per Gesù venire su questa terra non da insegnate della legge, (come un fariseo), o un leader colto ed onorato secondo la tradizione del Suo popolo, ma come un semplice carpentiere.
 Doveva essere un po come per un fisico nucleare seduto in una stanza circondato da bambini che cercano di far passare dei blocchetti di legno di forma quadrata, tonda e magari esagonale, negli appositi spazi corrispondenti in un contenitore, ma che cercano a tutti i costi di far passare il cubo nello spazio tondo, l’esagono nello spazio piramidale ecc.
Oh se Gesù fosse venuto come un insegnate della legge! D’altronde, l’aveva scritto Lui stesso, (con il Suo dito nelle tavole di pietra). Come avrebbe cambiato le cose, producendo dei veri teologi DOC,  dottori veramente secondo il volere del Padre, (non come i farisei), e come avrebbe potuto cambiare la storia e le radici del “cristianesimo”, direttamente in quel popolo chiamato da Dio ma dal collo e la fronte dura.
Poi invece mi ricordo le parole di Giovanni nel suo Vangelo quando scrive: “Poiché la legge è stata data per mezzo di Mosè, ma la grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo.” (Gv 1:17).
Gesù non è venuto per insegnare teologia. Gesù è venuto per essere un sacrificio vivente, il vero significato della grazia divina verso il peccatore, è la Verità riguardo al Padre nascosta dal principio,  personificando la legge data ad un uomo come precettore che ci porta a Cristo. (Gal 3:24).
Infatti la Parola ci ricorda: “Vediamo coronato di gloria e d’onore per la morte che sofferse, Gesù, che è stato fatto per un po’ di tempo inferiore agli angeli, affinché per la grazia di Dio gustasse la morte per tutti. Conveniva infatti a colui, per il quale e per mezzo del quale sono tutte le cose, nel portare molti figli alla gloria, di rendere perfetto per mezzo di sofferenze l’autore della salvezza. Poiché dunque Cristo ha sofferto per noi nella carne, armatevi anche voi del medesimo pensiero, perché chi ha sofferto nella carne ha smesso di peccare… A questo infatti siete stati chiamati, perché Cristo ha sofferto per noi, lasciandoci un esempio, affinché seguitate le sue orme. Poiché a voi è stata data la grazia per amore di Cristo, non solo di credere in lui, ma anche di soffrire per lui,  (Eb 2:9,10/1Pt 4:1/2:21/Fl 1:29).
La legge di Dio da sola insieme alla teologia umana e la conoscenza, tende a gonfiare un uomo, facendolo credere che è più giusto, più colto, più vicino a Dio rispetto ad altri, mentre la grazia e la verità in Gesù, ci porta all’umiliazione, alla sofferenza ed al servizio, in una vera conoscenza di noi stessi e dell’amore e la misericordia di Dio verso di noi in Gesù.
E’ per questo che Paolo scrive: “Infatti, poiché nella sapienza di Dio il mondo non ha conosciuto Dio per mezzo della propria sapienza… Dio ha scelto le cose stolte del mondo per svergognare le savie; e Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti; e Dio ha scelto le cose ignobili del mondo e le cose spregevoli e le cose che non sono per ridurre al niente quelle che sono, affinché nessuna carne si glori alla sua presenza, poiché la follia di Dio è più savia degli uomini e la debolezza di Dio più forte degli uomini.”   (1 Cor 1:21,27-29,25).
Per Dio non è importante ciò che sai, ma come ubbidisci alla Sua voce. Per l’uomo invece è importante il suo “bagaglio” culturale-accademico-conoscenza. Per Dio, un carpentiere è il Re dei Re, la Sapienza di Dio personificata, ubbidiente fino alla morte. Per l’uomo, una forma quadrata può benissimo passare attraverso uno spazio tondo, dimenticando che è stato il carpentiere Colui che ha creato quelle forme ed il contenitore con gli appositi spazi.
La risposta al nostro quesito non si trova nelle radici cristiane stesse di epoche passate, ma nella radice originale. Non sono gli innesti che ci daranno risposte, ma la linfa sta nella Primizia originale. (Rom 11:16-22)