TESTIMONIANZA DI A    ……. Dalle tenebre alla vita

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Bambina 1Sono nata nell’Ottobre del 1976, ero la secondogenita ma tra mio fratello e me ci fu subito un’enorme differenza: lui era stravoluto e amato mentre io no.

Gli anni passavano ma i miei occhi di bimba non sorridevano mai, nessuno mi prendeva in braccio, nessuno giocava con me, mai affetto, mai un abbraccio, niente. Ogni tanto c’era qualche sorriso  forzato per far capire che andava tutto bene quando in realtà stavo vivendo atrocità indicibili, a volte incredibili e che nessuno doveva sapere. Imparai troppo presto il significato di solitudine, odio, indifferenza, cattiveria, botte, tristezza, dolore e, soprattutto, violenza.

I miei ricordi iniziano più o meno dai 6-7 anni quando per tre giorni di fila subii violenza da un amico di famiglia, oltre a lui c’era anche un suo amico e non mi risparmiarono niente. Non raccontai mai niente a nessuno per dieci lunghi anni; mi minacciarono pesantemente (anche di morte) e quindi rimasi chiusa col mio dolore. A sedici anni scoprii che mia madre sapeva tutto e che era d’accordo, tutto partiva da lei e in cambio riceveva soldi. Mio padre beveva e mio fratello di sei anni e mezzo più grande abusò anche lui di me e così anche mio padre.

Nel periodo delle scuole elementari iniziarono a portarmi in una setta, violenze anche lì, tante, di ogni tipo. Fui costretta ad osservare e partecipare a riti orrendi, rimasi incinta quattro volte e ricorsi ogni volta all’aborto. Le violenze continuarono anche nel periodo delle scuole medie e poi delle superiori. Iniziai ad avere problemi con il cibo e diventai autolesionista (e i segni ancora si vedono), avevo paura degli uomini, iniziarono i problemi con il sonno. Non riuscivo a dormire più di 2-3 ore perché arrivavano gli incubi e iniziavo a tremare, ad avere paura. Tentai più volte il suicidio.

nascondersi-viso-nascosto-LARGEA casa solo insulti e frasi cattive: “tu per me sei solo un errore, uno sbaglio, una cosa non voluta”…oppure “sei inutile, fatti fuori che è meglio”. Chi abusava di me diceva di volermi bene, ancora oggi ho paura quando me lo sento dire e non riesco a dirlo agli altri. Non riuscivo a guardare i bambini, pur amandoli mi sentivo in colpa. Nel 2005 mi recai a Roma per lavorare con i bimbi malati di leucemia e tumori ma le minacce della setta mi costrinsero, quattro anni dopo, a tornare. Lasciai il mio cuore con quei bimbi e perdendo, quindi, il mio amato lavoro.

Nel 2006 mi impegnai quale volontaria per le Olimpiadi di Torino; mai avrei pensato che un evento simile mi avrebbe portato ad incontrare una persona che divenne fondamentale per la mia vita. Iniziò a parlarmi di un Dio che mi amava. Provai a frequentare la sua comunità e sentii che qualcosa di diverso stava nascendo nel mio cuore.

Tornai a Roma e continuai a frequentare anche là una chiesa ma quando dovetti, sotto minaccia, tornare nuovamente a Torino decisi che non volevo più saperne niente di chiesa, di fratelli, sorelle e soprattutto non volevo più saperne di Dio, perché davo a Lui la colpa di tutto.

Continuavo a chiedermi dove fosse Dio, ero convinta che non potesse amarmi, che si fosse dimenticato di me. Non fu facile tornare a vivere a casa dai miei genitori, mia madre mi fece diverse cattiverie e gettò più volte la mia Bibbia… ma il mio cane andò per ben due volte nel bidone a riprenderla e me la riportò.

Una parte di me voleva riavvicinarsi a Dio ma poi pensavo: “Lui non può esserci per me…ho fatto cose orrende, non merito niente e nessuno”. Ma nonostante continuassero a portarmi nella setta ero convinta di non appartenere a quel mondo, sentivo di essere diversa da quelle persone, ero molto arrabbiata con Dio e il mio cuore gridava comunque a Lui. In passato Gli avevo spesso chiesto di prendere la mia vita così non avrei più sofferto, ma non mi ascoltò e la rabbia crebbe.

Dopo pochissimo tempo l’incubo setta finì… è inspiegabile come ne sia uscita e soprattutto che ne sia uscita viva…posso affermare che c’è stata la mano di Dio in tutto questo.

Da circa tre anni ho messo seriamente la mia vita nelle Sue mani, ora anch’io ho una “famiglia”. Ho ricominciato a fidarmi e a sentirmi meno sola. Sono riuscita a sentire il Suo abbraccio attraverso l’abbraccio di persone care credenti e del pastore della chiesa. Nel luglio 2014 mi sono battezzata e sò che appartengo a Gesù.

Il perdono è stato un passo fondamentale. Non nascondo che a volte ho pensato: “ma se sono gli altri ad avermi fatto del male perché sono io a dover chiedere perdono”? Ho avuto fede e anche fiducia, ho creduto a ciò che mi era stato spiegato, ovvero che quel perdono mi avrebbe reso libera e così è stato.  Solo in seguito ho sentito che dentro di me si faceva più spazio per l’amore di Dio, per i suoi piani, per le sue rivelazioni, e i sensi di colpa stavano svanendo. Ora il mio desiderio più grande è fare la sua volontà e questa testimonianza nasce esclusivamente per dare gloria a Dio per quello che ha fatto, che sta facendo e che sicuramente continuerà a fare nella mia vita. Grazie Gesù, grazie di amarmi così tanto e per essere con me in questo percorso che mi porta, ogni giorno, sempre più vicino a Dio.   A.